Da u corsu ā u talianu... oppure dall'italiano al corso!
Il fenomeno chiamato "svucalatura" consiste in un mutamento di certe vocali (-e- e -o-) quando la sillaba sulla quale cade l'accento tonico cambia dopo un allungamento della parola causato dalla suffissazione, oppure in una coniugazione per esempio. La -e- diventa -i-, e la -o- diventa -u-. Si puō verificare anche nell'altro senso.
Sembra che esso sia antico (2000 anni fa, si diceva giā "i Cursicani" per designare gli abitanti della Corsica a quanto pare).
La vocale cambia solo a patto che l'accento tonico cada su essa prima dell'allungamento della parola.
E' dunque necessario conoscere la parola di "basa", cioč la parola pių corta della "famiglia" si puō dire. In genere, che se ha una -e- o una -o-, queste diventano -i- o -u- dopo l'allungamento.
Dalla -e- alla -i- :
italiano |
corso |
note |
vero | veru | l'accento tonico cade sulla -e- |
veramente | viramente | con l'aggiunta del suffisso -mente, cambia sillaba, e quindi la -e- diventa -i- |
veritā | viritā | l'aggiunta di suffissi diversi causa il mutamento da -e- a -i- |
veracitā | viracitā | |
verificare | virificā |
NB : per certe parole o certe persone, non si fa ogni volta il mutamento da la -e- alla -i- : si puō sentire "veramente, veritā" anche se per l'altre parole lunghe della "famiglia" c'č la -i-. E' per maggior comoditā di pronuncia.
Dalla -o- alla -u- :
italiano |
corso |
note |
giorno | ghjornu | le rimarche sono le stesse, ma per il mutamento da -o- a -u- si fa sempre. |
giornata | ghjurnata | |
giornale | ghjurnale | |
giornalista | ghjurnalistu |
Un esempio con una parola sdrucciola : genaru. Funziona alla stesso modo :
italiano |
corso |
note |
genere | genaru |
bisogna stare attenti alle parole sdrucciole : il
fenomeno si verifica, ma solo con la sillaba sulla quale cade l'accento
tonico. * il fatto che non sia conservata la -a- di "genaru" in "ginerale" non č logico, ma č l'uso in certe regioni. |
generale | ginerale*, ginarale |
Ecco una trappola : la parola č allungata dalla suffissazione ma l'accento tonico non cadeva sulla -o- prima dell'allungamento :
italiano |
corso |
note |
origine | origine | l'accento tonico cade su -ri-, non sulla -o-, nella parola di "basa". Quindi niente cambia con l'allungamento. |
originale | originale, e non uriginale |
Alcuni esempi per -e- -> -i- , con il posto dell'accento tonico sottolineato :
parola di "base" |
parole suffissate |
parola di "base" |
parole suffissate |
bellu (bello, bel) | a billezza (la bellezza) | perde (perdere) | u pirdente (il perdente) |
billucciu (belloccio) | a pirdizione (la perdizione) | ||
billissimu (bellissimo) | a perdita (la perdita) : l'accento tonico rimane sulla stessa sillaba -per- | ||
imbillisce (abbellire) | a dispirsione (la dispersione) | ||
a petra (la pietra) | a pitraccia (la pietraccia) | leghje/lettu | lighjia (imperfetto : leggeva) |
a pitrata (la pietrata) | u littore (il lettore) | ||
pitrificā (petrificare) | a littura (la lettura) | ||
pitricosu (pietroso) | lighjibule (leggibile) | ||
u pevaru (il pepe) | pivarosu (pepato) | mente (la mente) | mintulā (menzionare) |
u pivarone (il peperone) | ramintā (ricordare): quindi ramentu, ramenti, ramenta, ramintemu, ... | ||
impivarā (pepare, impepare) | mintale (mentale) | ||
a pivaraghjola (la pepaiola, la pepiera) | a diminticanza (la dimenticanza) | ||
vechju (vecchio) | a vichjaia (la vecchiaia) | pacenza (la pazienza) | pacintā (attendere pazientemente): dunque pacentu, ..., pacintemu, ..., pacentanu |
u vichjettu (vecchietto) | impacintā , spacintā (spazientire, impazientire) | ||
u vichjone (vecchione) | spacinziatu (che ha perso la pazienza) | ||
invichjā (invecchaire) | pacintarč (futuro : attenderai pazientemente) |
NB : quando la -i- ha il ruolo di una semiconsonante, spesso la regola della "svucalatura" non si applica neanche nelle regioni come quella presa in esame dove invece di solito č diffusa:
- u piegu -> piegā/piigā, spiegā/spiigā, ...
- a prupietā -> u prupietariu/u prupiitariu, ...
Alcuni esempi per -o- -> -u- , con il posto dell'accento tonico sottolineato :
parola di "base" |
parole suffissate |
parola di "base" |
parole suffissate |
u populu (il popolo) |
pupulā (popolare) | a prova (la prova) | pruvā (provare), ma provu, provi, prova, pruvemu, ... |
a pupulazione (la popolazione) | appruvā (approvare) | ||
pupulare (popolare) | prubabule (probabile) | ||
u pupulamentu (il popolamento) | rimpruvarā (rimproverare), ma u rimprovaru (il rimprovero) | ||
povaru (povero) | puvarellu (poverino) | u sonu (il suono) | sunā (suonare) |
appuvarisce (impoverire) | a sunaria (lo squillo ; la suoneria) | ||
a puvertā (la povertā) | sunoru (sonoro) | ||
l'appuvarimentu (l'impoverimento) | a cunsunante (la consonante) | ||
dorme (dormire) | u durmiglione (il dormiglione) | sopra | supranu (superiore, di sopra) |
u durmitoriu (il dormitorio) | supiriore (superiore) -> a supiriuritā(la superioritā): si č fatta 2 volte (per 2 lettere) da "sopra" a "supiriore", poi da "supiriore" a "supiriuritā" | ||
addrumintā (var. : metatesi di addurmintā) (addormentare) | supraniā (dominare, superare) (NB : ci sono "duminā" e "suparā" in corso) | ||
addrumintisce (var. : metatesi di addurmintisce) (anestezzare) | soprappių (sovrappių), soprattuttu (soprattutto), ... : parole composte, niente cambia | ||
move/mossu | u muvimentu (il movimento) | u ponte | u punticellu (il ponticello) |
cummuvente (commovente) | u puntefice (il pontefice) | ||
u mobulu : l'accento tonico rimane sulla prima sillaba (il mobile) | puntificā (pontificare) | ||
smubulizā (smobilitare) | u puntone (il pontile ; il pontone) |
Si capisce facilmente che questo fenomeno riguarda particolarmente i verbi dato che l'accento tonico non cade sempre sulla stessa sillaba : dipende dalla persona, dal tempo e anche dal modo.
Per un Italiano, la lettera di "base" si ottene facilmente con la coniugazione delle tre prime persone del singolare del presente dell'indicativo : per queste persone, č sempre lo stesso come in corso.
da tenere a mente questo (metodo empirico) :
1
per "mettere" in italiano, c'č "metto" (metti, mette) con l'accento tonico sulla -e-, dunque anche in corso : "mettu, metti, mette". Vuole dire che questa -e- diventarā -i- se l'accento tonico cade su un'altra sillaba. Quindi abbiamo : "mittemu", "mittite", e agli altri tempi : "mittarā", "mittia", ecc. ma "mettenu" visto che l'accento tonico torna sulla prima sillaba !
2
Per i verbi del primo gruppo, c'č il cambiamento anche per l'infinito : c'č "compro" in italiano, dunque "compru" anche in corso, quindi abbiamo "cumprā" per l'infinito.
3
Avvertimento : alle volte, la -i- oppure la -u- sono "normali" : "girā" (girare) non fa "geru,geri,..." ma "giru, giri..." (o "girgu, giri,..."). Basta conoscere il verbo italiano : se la -i- o la -u- c'č anche alla prima persona del presente dell'indicativo, č lo stesso in corso
(ci sono alcune eccezioni come "affermare" = "affirmā", ma sono scarsissime e saranno date)
Confini geografici di questo fenomeno di "svucalatura" :
I fenomeni descritti sopra sono molto diffusi, perō non si verificano in tutta la Corsica, specialmente per ciō che riguarda il passaggio dalla -e- alla -i-. In quanto al passaggio dalla -o- alla -u-, si verifica dappertutto salvo per alcune parole in alcuni paesi localizzati sulla costa est nei dintorni di Cervione. Occorre tenere a mente che tutto qui č stato molto semplificato e che ci sono delle parole per cui la "svucalatura" dalla -o- alla -u- si fa anche nella regione segnata sulla cartina sottostante.
cartina per vedere l'alternanza vocalica (="svucalatura") per le 2 due vocali -e- e -o- |
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