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 Da u corsu à u talianu... oppure dall'italiano al corso!


9 - l'ordine dei pronomi

 

 

Come fare quando ci sono parecchi pronomi nella stessa frase ? Quale deve essere il loro ordine?

Bisogna distinguere parecchi casi.

Abbreviazioni usate in questa pagina:

COD = complemento oggetto diretto;

COI = complemento oggetto indiretto

 

1 - senza l'enclisi

 

A - Caso semplice: un solo complemento (diretto o indiretto)

 

italiano

corso

note

mi ha regalato un bel disco m'hà rigalatu un bellu discu ricordarsi che si fa l'elisione del pronome
ci hanno regalato un bel disco ci anu rigalatu un bellu discu con "ci + A, O, U" dopo, l'elisione non si può fare allo scritto, però si sente all'orale come negli altri casi!
La vedo ogni giorno a vecu ogni ghjornu  
lo ascoltano l'ascoltanu il pronome è "u", ma diventa " l' " davanti una vocale tranne davanti ai prefissi -im- o -in- (questo caso è più complicato, come si è già visto). In corso, suona meglio dire "u stanu à sente" oppure "stanu à sentelu".
gli chiede soldi li chere i soldi "li chere soldi" è possibile ma meno "corso"

"li" è divenuto " l' ".

"chere" è ormai scarso in corso. Non è esattamente il sinonimo di "dumandà".

gli ha chiesto soldi l'hà chersu i soldi

 

B - Caso complesso: due pronomi in fila

Prima di tutto, i pronomi non cambiano mai forma: "mi / ci / ..." non diventano mai "me / ce / ...".

In questo caso l'ordine dei complementi  non è lo stesso dappertutto in Corsica. Stando ai libri di grammatica, sarebbe:

COD (accusativo) + COI (dativo), tranne nelle città di Bastia e di Ajaccio dove sarebbe COI (dativo)+ COD (accusativo) come in italiano.

Sembra tuttavia che l'ordine "italiano" COI (dativo)  + COD (accusativo) sia ormai molto più diffuso.

I pronomi neutri "ci" e "ne" devono rimanere in questo ordine, sia prima del verbo o dopo con l'enclisi. Si collocano sempre prima di tutti gli altri pronomi.

Ciò detto, nella regione presa in esame e almeno anche in Niolo, l'ordine giusto rimane COD + COI come in toscano antico.

Alcuni esempi :

italiano standard

corso

note

te lo dico

o

non te lo dico

a ti dicu

o

ùn la ti dicu micca

il neutro è femminile in corso.

Ricordiamo che dopo "ùn" o "in", "a" diventa "la", u" diventa "lu" ecc.

non me lo ha detto ùn la m'hà micca detta ricordiamo che si fa l'elisione di "mi" e che c'è l'accordo del participio passto con il neutro femminile.
gliela diamo a li demu  
gliela abbiamo data a l'avemu data ricordiamo che si fa l'elisione di "li"
ce le presta e ci presta  
non ci si può fidare ùn ci si pò (micca) fidà  
ce ne mette troppo ci ne mette troppu  

 

Con i verbi che vogliono un infinito (volere, potere): l'uso più diffuso - nonché la sola possibilità nella regione esaminata - è di mettere i pronomi prima del verbo, come nei casi che precedono, che questi pronomi siano COD, COI oppure neutri.

italiano standard

corso

note

voglio andarmene mi ne vogliu andà  
puoi prestarmi la tua macchina? mi poi pristà a to vittura ?  
non voleva dirmelo ùn la mi vulia (micca) dì Si nota che l'accordo del participio passato si fa poiché il complemento femminile è posto prima del verbo.

Le forme "ùn vulia dimmila" (forse ci sarà anche "ùn vulia dillami" ?)ecc sembrano possibili in certe regioni delle nordest.

"ci anu" si deve leggere "tʃ'anu" e non "tʃi 'anu".

non ha voluto dirmelo ùn la m'hà micca vugliuta (var.: vulsuta) dì
non potevo dartelo ùn la ti pudiu (micca) dà
non ha potuto dartelo ùn lu t'hà micca pudutu (var.: pussutu) dà.
non hanno saputo dircelo ùn la ci anu micca sappiuta (var.: saputa) dì.

 

2 - con l'enclisi

 

In lingua corsa i pronomi subiscono l'enclisi così come capita in italiano, cioè con il gerundio, con l'imperativo, con l'infinito e con il participio passato assoluto.

L'ordine non cambia e rimane COD (accusativo)+ COI (dativo), cioè al contrario rispetto all'italiano standard (però non dappertutto in Corsica come visto più sopra).

 

Ciononostante, qualche chiarimento è necessario perché la forma dei pronomi varia a seconda del posizione dell'accento tonico nella forma verbale e dipende anche dal fatto che ci siano o no due pronomi.

Negli esempi seguenti, l'accento tonico sarà sempre segnato, e la sillaba sottolineata.

A - con l'accento tonico sull'ultima sillaba della forma verbale e con un solo pronome, la prima consonante del pronome va raddoppiata :

italiano

corso

note

dillo!

dilla!

dì + la, che certuni scrivono dì la
dimmi! dimmi! dì + mi, che certuni scrivono  dì mi
bisogna parlargli. ci vole (o "accorre"; "bisogna" è possibile in altre varianti del corso) à parlalli. parlà + li, che certuni scrivono parlà li
E' possibile farci vedere? hè pussibule à facci vede? fà + ci, che certuni scrivono fà ci
bisogna farmi vedere. ci vole à fammi vede. come si è visto con i tre casi che precedono, non c'è differenza in corso tra il caso dopo l'imperativo e il caso dopo l'infinito poiché non c'è -re all'infinito.
fammi vedere! fammi vede!

 

B - con l'accento tonico sull'ultima sillaba della forma verbale e con due pronomi, come si è appena visto, la prima consonante del primo pronome va raddoppiata. Ma la prima consonante del secondo pronome no :

italiano

corso

note

dimmelo!

*dillami !

dì + la + mi, che certuni scrivono dì la mi
bisogna parlargliene. ci vole à parlalline. parlà + li + ne, che certuni scrivono parlà li ne
bisogna darmelo. *ci vole à dallumi. come si è visto con i casi che precedono, non c'è differenza in corso tra il caso dopo l'imperativo e il caso dopo l'infinito poiché non c'è -re all'infinito.
dammelo! *dallumi!

*sembra che un uso probabilmente limitato alla regione - se non al paese - di Marignana faccia raddoppiare la vocale -a- del complemento diretto (accusativo) quando esso è seguito da un complemento indiretto (dativo): "ci vole à dalluumi" (= "bisogna darmelo") , "avia fattu megliu à lasciallaali vende" (inteso tale quale) (="avrebbe fatto meglio lasciargliela vendere")

C - con l'accento tonico sulla penultima della forma verbale un solo pronome, non va raddoppiata la prima consonante del pronome:

italiano

corso

note

parlagli! parlali! parla + li, che certuni scrivono parla li
sta in silenzio! (chetati è un uso dialettale toscano ormai raro) chetati! (uso dialettale) cheta + ti, che certuni scrivono cheta ti
imparalo! amparalu! ampara + lu, che certuni scrivono ampara lu
imparatela! (la lezione) amparatela! (a lizzione) amparate + la, che certuni scrivono amparate la
ditelo! ditela! dite + la, che certuni scrivono dite la
datelo! datelu! date + lu, che certuni scrivono date lu
parlandogli, ne ho constatato l'assennatezza. parlenduli, aghju rimarcatu u so sennu. parlendu + li, che certuni scrivono parlendu li
parlatomi, se ne andò. dopu parlatumi, si ne andò. parlatu + mi, che certuni scrivono parlatu mi

 

D - con l'accento tonico sulla penultima della forma verbale due pronomi:

se ci sono un COD e un COI, il primo pronome è dunque il COD, e in questo caso non ha più consonante . In quanto al secondo pronome, la sua prima consonante non subisce raddoppio:

italiano

corso

note

datemelo!

dateumi !

date + u + mi, che certuni scrivono date u mi
ditecelo! diteaci ! dite + a + mi
bisogna rendermelo. ci vole à rendeumi. rende + u + mi, che certuni scrivono rende u mi
mostrateglielo! Mustrateuli ! mustrate + u + li, che certuni scrivono mustrate u li
~godetevi il momento e divertitevi molto! scialateavi ! scialate + a + vi, che certuni scrivono scialate a vi
~goditi il momento e divertiti bene! scialaati ! sciala + a + ti, che certuni scrivono sciala a ti

NB: si vede scritto qualche volta: "datelumi", ditelami",... Non saprei dire se queste forme siano corrette e si usino davvero, o se i loro autori non abbiano una buona padronanza di questi aspetti della lingua.

 

Se ci sono pronomi neutri, si mettono dopo i pronomi COI che non perdono la loro prima consonante:

italiano

corso

note

bisogna parlargliene. ci vole à parlalline.  
dagline due! dalline dui !  
è meglio andarsene. hè megliu à andassine.  
servimene ancora un poco. sirvitemine un antru pocu. da notare che l'espressione "un antru(=altru) pocu" va meglio di "ancu un pocu" che è la traduzione letterale dell'italiano o del francese."sirvitemine torna un pocu" va bene.
occorre lasciarcene un pochino. accorre à lasciaccine (var.: lacaccine) un pucarellu (var.: pucucciu). "puchissimu" è scarso in corso. I sinonimi sono numerosi :un suppulu, un suppulellu, appena, appinarella (var. : appinuccia), una cria, una ghjanghja, ...
lasciacene un pochissimo. lasciacine (var.: lacacine) un pucarellu.
sperava di vedercene di più. spirava di vedecine di più.  

 

 

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