Da u corsu à u talianu... oppure dall'italiano al corso!
17 - esprimere il futuro prossimo
A lato del futuro semplice, di valore identico in corso e in italiano, c'è in corso una costruzione che corrisponde talora al futuro semplice dell'italiano, talora al futuro imminente con la forma "stare per", talora al vero "dovere".
E' solo il contesto e alle volte l'accentuazione della frase che permette di capire il significato.
Si tratta di: "avè (coniugato) + da + verbo all'infinito" (che esiste in certi usi regionali in Italia).
i - "avè + da + verbo all'infinito" = futuro (imminente o no)
italiano |
corso |
note |
partirò domani | partaghju dumane | caso semplice : futuro semplice italiano = futuro semplice in corso |
aghju da parte dumane | forma molto corrente e di stesso significato, però può esserci un'equivocità : può voler dire che c'è l'obbligo di partire. In questo caso, si insiste piuttosto su "aghju". Questo aspetto è lampante se si sceglie un esempio con pronomi * | |
sta per partire | hà da parte | forma forse più corrente per dire "sta per partire", ma con la stessa equivocità di prima * |
hè par parte | significato assolutamente identico all'italiano "sta per partire", ma più raro che "hà da parte" | |
à momenti parte, hè à momenti di parte | costruzione (soprattutto la prima) molto corrente. Come in italiano, "à momenti" significa "fra poco" se non "fra pochissimo". "momenti" può essere rimpiazzato da parole più precise: "à minuti", "à ghjorni", ecc | |
hè in traccia di parte | il senso può essere: "sta preparandosi per partire", quindi "sta per partire", ma è più correntemente usato per dire "sta partendo" |
* per vedere meglio questo aspetto, paragonare le due forme seguenti in colore rosso, una per esprimere il futuro, l'altra per esprimere il dovere:
italiano |
corso |
note |
me ne andrò domani | mi ne andaraghju dumane | così si capisce meglio la sottigliezza. Però bisogna tenere a mente che è un caso ideale, nella pratica "mi ne aghju da andà" può anche indicare il dovere. |
mi ne aghju da andà dumane | ||
devo andarmene domani | mi ne dovu (var.: devu) andà dumane | |
aghju da andammine dumane |
ii - "avè + da + verbo all'infinito" = dovere
E' una costruzione molto importante perché l'uso di "duvè (var.: deve)" in corso è scarso in molte regioni in altri tempi che non siano il presente. E' il caso nella regione presa in esame.
Al presente, "duvè" ha sempre il significato di "avè da" (ma come abbiamo appena visto, il contrario non è vero). Agli altri tempi (salvo all'imperfetto), non si usa "duvè", ma "avè da" per esprimere il dovere.
PS: all'imperfetto, "avè da" può avere un significato di futuro nel passato.
italiano |
corso |
note |
devo partire | dovu (var.: devu) parte | |
aghju da parte | la linea
rappresenta l'accento tonico nella frase. Se esprimesse il futuro, sarebbe
così : aghju da parte, con la -d- debole o anche diventata muta. Spesso si dice anche "aghja parte" (ma non si deve scrivere così) |
|
Ma all'imperfetto, per due possibilità in italiano non ce n'è che una in corso : |
||
dovevo partire | aviu da parte | "duviu (var.: diviu) parte" non è grammaticalmente errato, però non si sente mai nella regione esaminata, e non sono neanche sicuro che si senta altrove. |
stavo per partire | ||
Agli altri tempi e modi, "avè da" esprime sempre il dovere : |
||
sono dovuto partire | aghju avutu da parte | |
saresti dovuto partire | avii da esse partutu |
il corso usa l'imperfetto invece del
condizionale per esprimere il dovere. Parlando velocemente, sovente"avutu" si dice "utu". |
avrebbe dovuto dirmelo | "a m'avia da avè detta" o anche "avellami detta" (costruzione particolare) | |
dovrai pagare | avarè da pagà | Si può anche dire "ti tuccarà à pagà". |